Un giorno, Big si sentiva particolarmente solo e dopo tanto insistere, era riuscito a convincere Blue ad allontanarsi insieme a lui. “Vieni Blue, dai. Gioca con me per una volta”. “È pericoloso, sto così bene qui, al sicuro”. “Ma ci sono io, vedrai sarà divertente. Potrai conoscere da vicino gli esseri umani, di cui ti piace tanto leggere”. L’entusiasmo irrefrenabile di Big era davvero contagioso. Blue decise allora di accantonare per qualche istante i suoi timori e seguire suo fratello. Era da tempo che non nuotavano insieme, entrambi si sentivano felici e spensierati. Giocarono a nascondino, fecero gare di velocità tra coralli e stelle marine. Big si spingeva sempre più in alto, guardandosi dietro di tanto in tanto per esser sicuro che Blue non cambiasse idea e tornasse dai nonni. Ma Blue era con lui, e lo seguiva sorridente e fiducioso. Arrivarono tanto vicini alle rocce sulla riva di una spiaggia, la preferita di Big. Gli schiamazzi dei bambini risuonavano come musica dentro l’acqua. Big insegnò a Blue il colpo di coda per uscire allo scoperto e così Blue vide per la prima volta gli essere umani. Rimase sbalordito dai loro movimenti, dai colori, da quanto tutto sembrava brillare alla luce del sole. Saltava in continuazione, si tuffava e poi di nuovo su, in alto. Aveva perfino più resistenza di Big. A un certo punto però, qualcosa andò storto. Blue ci stava mettendo veramente troppo a tornare giù. Big risalì in superficie. Non voleva credere ai suoi occhi ma quel che vide lo fece sprofondare negli abissi della disperazione. I bambini non si servivano più soltanto delle mani per giocare, avevano secchielli e strani aggeggi lunghi come bastoni che finivano con un retino. Lo avevano preso, avevano catturato Blue!
a cura di Erika Carta